«Il cuore e la generosità di ciascuno di voi – ha detto – ci ha permesso di portare un aiuto concreto grazie alla raccolta fondi “Donatori per la pace”: un’iniziativa con cui abbiamo potuto inviare all’estero medicinali e strumentazione clinica, nonché mettere in salvo pazienti e medici provenienti non solo dalla stessa Ucraina, ma anche dall’Afghanistan.
Quando diciamo che la solidarietà non conosce confini ci riferiamo anche a un altro programma che abbiamo avviato nel corso dell’anno. Poche ore dopo il terremoto che il 6 febbraio aveva devastato Turchia e Siria, abbiamo promosso “Donatori per la vita”, la raccolta fondi che, proprio nei giorni scorsi, in appena due mesi ha già superato quota 34mila euro: un’ulteriore dimostrazione dello spirito di cittadinanza attiva che contraddistinguono tutti noi. Avisini e non».
Briola ha poi lanciato una sfida, quella del raggiungimento dell’autosufficienza di farmaci plasmaderivati: «I numeri dello scorso anno dicono che questo traguardo è ancora lontano e che, in termini di raccolta, il nostro Paese è andato peggio del 2020, l’anno segnato dalla pandemia di Covid-19. Già questo primo bimestre, però, ha contribuito a infondere ottimismo e fiducia sulla possibilità di raggiungere insieme questo traguardo. E sono sicuro che ce la faremo».
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